TESTIMONIANZA DI INES SINOPOLI
Catanzaro 7 / 01 / 2009
Sono Ines Sinopoli, una ragazza di Soverato, mamma di Alessandra. La mia bimba ha
appena tre anni ed è un angelo per me.
Domenica mattina, 4 gennaio 2009, ho portato mia figlia dall’Ospedale di Soverato al
reparto di Rianimazione dell’Ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro, dove il quadro clinico la dava
senza speranze.
Tutta la notte siamo stati fuori, davanti quella porta che ci separava da quel corpicino
piccolo e indifeso. Solo la fede ci ha fatto continuare a sperare per la sua vita. Passata la notte,
i medici ci hanno comunicato che Alessandra aveva ripreso a vivere e ci hanno addirittura
mandati nel reparto di pediatria. Tutta la giornata (5 gennaio 2009) siamo stati contenti,
perché il quadro clinico manifestava miglioramenti, quando nella tarda serata la bambina si
è aggravata e siamo tornati di nuovo in agonia. I medici non si sono fermati un attimo
durante la notte. La mattina (6 gennaio) mi hanno comunicato di preparare la valigia, perché
dovevamo trasportare la bambina all’ospedale ‘Gaslini’ di Genova, perché i reni avevano
bisogno di fare la dialisi. Nel pomeriggio hanno ripetuto le analisi e tutto era tornato nella normalità.
Cosa è successo? La mattina, verso le 10,10 ho incontrato nel corridoio della
cardiologia al piano terra Padre Pasquale. Ero molto tesa. Gli ho detto della gravità della
bambina. Siamo, allora, saliti al 4° piano in cappella, dove abbiamo acceso un cero e
abbiamo pregato Gesù con l’intercessione di Nuccia Tolomeo. Quindi sono andata a casa
per qualche ora. Alle 13 sono tornata dalla mia bimba e avevo una sensazione di sollievo.
Sapevo che Gesù avrebbe accolto la mia preghiera di mamma disperata. Io sono molto
cattolica. Non potevo immaginare la mia vita senza mia figlia. I medici mi dissero che
avrebbero fatto l’ultimo prelievo alle 18, perché le analisi della mattinata erano non buone. Il
pomeriggio tutto tornava alla normalità. I dottori erano felici di aver riportato Alessandra
in condizioni normali. Il dottore Celia Magno disse: “Un miracolo!”, perché la bimba era stata
veramente in condizioni disperate.
GRAZIE, Nuccia, per la tua intercessione.
Oggi, dopo che il Signore mi ha messo ad affrontare questa dura prova, ho un’altra
vita. Dico a tutti: “Avvicinatevi al Signore, perché Lui non ci abbandona”. Alleluia! Alleluia!
(Sono le 10 del 7 gennaio 2009).
Ines Sinopoli